IPOVISIONE

IPOVISIONE – Dr. Piantanida Como

Ipovisione

Per ipovisione si intende una situazione clinica che determina una grave riduzione dell’acuità visiva con conseguenti menomazioni del campo visivo e della visione centrale che si ripercuotono inevitabilmente sulle normali attività quotidiane quali ad esempio fare le scale, infilare l’ago per cucire, leggere un giornale o la rubrica del telefono.

La sintomatologia dell’ipovedente può essere centrale (presenza di una o più macchie scure al centro dell’immagine), oppure periferica (restringimento del campo visivo al punto di avere la sensazione di guardare attraverso un tubo stretto od il buco della serratura).

Nell’ipovisione le patologie più comuni causa di tale sintomatologia clinica sono:

  • la degenerazione maculare sia senile sia giovanile
  • la maculopatia diabetica
  • l’albinismo
  • la toxoplasmosi
  • il glaucoma
  • la retinite pigmentosa

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un soggetto è ipovedente quando ha un visus nell’occhio migliore compreso fra 1/20 e 3/10. (Un soggetto è, invece, cieco quando l’acuità visiva corretta  nell’occhio migliore è inferiore a 1/20). Il visus (o acutezza visiva) è la visione centrale e distinta; è la capacità dell’occhio di vedere i più  fini particolari di un oggetto che stafissando.
Tale classificazione dell’ipovisione fatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, risale a circa 20 anni fa ed è incompleta perché considera soltanto il visus (o visione centrale): questo è solo uno dei fattori che sono importanti per stabilire la capacità visiva di un individuo. Quando noi guardiamo, non solo percepiamo tutte le caratteristiche e i particolari dell’oggetto che fissiamo, ma controlliamo anche tutto lo spazio circostante.
La visione periferica o  campo visivo è la quantità di spazio che l’occhio percepisce quando fissa un qualcosa. La riduzione del campo visivo è invalidante tanto quanto la riduzione del visus, in quanto limita la capacità di controllo dello spazio, creando notevoli difficoltà negli spostamenti. Tutti gli studi epidemiologici hanno evidenziato che il fattore di rischio più  importante per il problema ipovisione è il fattore età. La prevalenza dell’invalidità visiva permanente aumenta con il progredire di quest’ultima.
Si parla, pertanto, di ipovisione:

  • centrale
  • periferica

L’ipovisione centrale non permette di riconoscere l’oggetto che si sta fissando. Determina la perdita della capacità di lettura e scrittura e di tutte le attività cosiddette fini. E’ la forma più frequente e la degenerazione maculare è la malattia che la determina l’ipovisione nella maggior parte dei casi.

L’ipovisione periferica
garantisce, invece, una buona visione di ciò che si fissa, ma riduce fortemente la percezione dello spazio circostante.
La perdita o la forte riduzione della capacità visiva cambia in maniera irreversibile la vita dell’individuo e muta in maniera profonda le sue relazioni esterne. Le limitazioni funzionali che ne conseguono possono interessare tutti o quasi tutti i momenti della vita personale

Nel paziente affetto da ipovisione l’obbiettivo della riabilitazione visiva è alleggerire o eliminare un malessere per restituire un certo grado di benessere quotidiano mediante l’uso di ausili ottici e non ottici ottenere un ingrandimento delle immagini ed un ampliamento del campo visivo.

Nei casi di ipovisione lieve è possibile il miglioramento della messa a fuoco da lontano riducendo però il campo visivo. I metodi correttivi utilizzati seguono due criteri principali:

  • Ridotta acuità visiva, in presenza della quale si utilizzano ausili ottici e non ottici per ingrandire le immagini.
  • Riduzione del campo visivo, in presenza della quale si utilizzano ausili ottici che permettono un apparente ampliamento dell’angolo.

Spetta al personale specializzato (medico oculista ed ortottista) la scelta dell’ausilio più idoneo.
In alcuni casi è anche possibile mediante degli esercizi di fissazione e di lettura eseguiti con particolari apparecchiature il ripristino di una parziale autonomia del paziente affetto da ipovsione consentendogli, almeno in parte, una qualità della vita sicuramente migliore con grandi vantaggi sia nei movimenti spaziali sia nella coordinazione oculo – manuale.

Esempi di aiuto all’ipovisione nel bambino

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